Stivalia

La fuga di Bel Silvì da Stivalia













Proseguono i disordini in Stivalia. La protesta della popolazione, sfociata anche in episodi di violenza, viene contenuta a fatica dalle forze dell'ordine. Il governo ha cercato di placare gli animi grazie a centinaia di messaggi sui media, ma a nulla è valso contro la protesta di un intero settore della società civile, che ormai non riesce più a sopportare i soprusi di una classe politica incapace di comprendere e di risolvere i problemi della cittadinanza.

La protesta nei confronti dei prezzi degli alimenti, della disoccupazione e della precarietà, è stata rinfocolata dai continui tagli alla cultura e all'istruzione pubblica, dal malaffare delle classi dirigenti (sottoposte a continue indagini per corruzione e per collusioni mafiose), dalle misure economiche incapaci di risolvere una crisi finanziaria e sociale senza precedenti. A ciò si aggiungono le vicende private del premier Bel Silvì, invischiato in guai giudiziari tra corruzione di testimoni, frodi fiscali, sfruttamento di prostituzione e finanziamenti di dubbia provenienza. Un premier logorato dal potere politico e mediatico degli ultimi venti anni, incapace di tenere assieme la maggioranza più corposa dell'era repubblicana, accusato di occuparsi più degli affari privati che degli interessi pubblici.

Mentre frange sempre più rabbiose di popolazione assediano da giorni la capitale, il premier ha cercato di calmare gli animi con un messaggio distensivo a reti unificate. Ha assicurato che la disastrosa situazione è colpa dei giudici di simpatie comuniste e del malgoverno dell'opposizione, e che ha intenzione di candidarsi alle prossime elezioni sia come Presidente del Consiglio dei Ministri che come Presidente della Repubblica, poichè solo accentrando i poteri nella sua persona Stivalia potrà risollevarsi dalla crisi.

Stanchi dell'ennesima menzogna, i cittadini hanno aumentato le proteste, sostenuti da un'opposizione parlamentare forte e coesa. Il premier Bel Silvì, perso il sostegno degli alleati, attorniato soltanto da nani, ballerine ed eunuchi di corte che si era portato con sè nelle più alte istituzioni, è stato costretto ad abbandonare il potere e a rifugiarsi in Libia.

Seguiranno aggiornamenti da Stivalia.



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