6 giugno 2011

Due parole sul nucleare













Ci stiamo avvicinando agli importanti referendum del 12-13 giugno. Al di là dell'acqua pubblica e del legittimo impedimento, che reputo parimenti fondamentali, il quesito che porterà più gente a votare è sicuramente quello sul nucleare.

Premettendo che voterò si a tutti e quattro i quesiti, a livello puramente teorico non sono completamente in disaccordo con la tecnologia nucleare. Credo che la scienza debba fare il suo percorso di ricerca e che, una volta risolto il problema della sicurezza e delle scorie, si possa puntare sul nucleare; se tali problemi non vengono risolti, allora meglio non utilizzarla. Ma sappiamo come vanno le cose al mondo: la ricerca è finanziata da governi o multinazionali, il profitto è il primo pensiero e tutto viene ricondotto al sano principio capitalista. Non ci sarà mai un nucleare serio perchè non ci sarà mai una politica o una ricerca seria, interessati al benessere pubblico e non a quello privato.

Secondariamente, questo weekend non andremo a votare pro o contro il nucleare. Andremo a votare pro o contro la legge sul nucleare varata da questo governo, che è ben diverso. Una questione che dovrebbe vedere anche i fan del nucleare schierati dalla parte del sì. Vogliamo affidare la spinosa gestione del nucleare a questo governo? Alla legge di uno a cui comprano case a sua insaputa? Alle persone che costruiscono la casa dello studente dell'Aquila? Questo governo del malaffare, di palazzinari e di intascatori di denaro pubblico... finirà come il ponte di messina, che serve soltanto a prendere soldi pubblici da anni? Questo governo non merita una responsabilità del genere. Affidare a loro la gestione di un argomento così delicato e di una tecnologia così pericolosa è un suicidio. Il passato parla chiaro, le loro facce parlano chiaro. La vittoria dell'astensione è suicidio.


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