14 gennaio 2011

Kill the king


















Un paio d'anni fa scrissi un racconto, "L'uomo che uccise Dio", in cui un fanatico diventava un assassino provetto e arrivava a sacrificare la sua vita per uccidere il sacro Imperatore, fonte di ogni male. Alla fine, però, gli eunuchi di corte conquistavano sempre più potere e facevano eleggere un nuovo tiranno, frustrando le ambizioni salvifiche del protagonista.

Scrissi questo racconto come risposta simbolica a chi sosteneva che Berlusconi fosse il cancro della democrazia italiana e che, una volta tolto di mezzo lui, le cose sarebbero migliorate. Anch'io credo che sia un grosso tumore, ma non credo proprio che alla sua scomparsa dalla vita politica (o alla sua morte, perchè tanto come Andreotti ci rimarrà sul groppone finchè non schiatta) le cose saranno decisamente migliori. Eliminare il tiranno è inutile, se non si cambia il sistema che lo forma e che lo premia. Ne verrà un altro, forse peggiore.

Non basta sconfiggere il tiranno, bisogna darsi da fare per cambiare le coscienze delle persone. Risvegliare il loro senso civico, eliminare l'opprimente cappa di demenza televisiva, ridare un futuro al paese. Bisognerebbe cambiare in toto la classe politica, rivedere tutto l'ordinamento statale... insomma, un enorme cambiamento anche culturale. Sconfiggere il tiranno è comunque possibile, arduo ma possibile. Fare un cambiamento totale... sembra impossibile. Ci si potrebbe accontentare della scomparsa di Berlusconi, perchè è più facile; ma non basta, serve un cambiamento radicale. Sembra impossibile, lo ripeto: come sconfiggere la mafia. Servono cambiamenti radicali... servirebbe una rivoluzione, che ormai è diventata una parola tabù.

Per questo mi piace chiudere con una delle ultime interviste di Monicelli:

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